I CENTRI STORICI DEL TERRITORIO BELLUNESE TRA CONSERVAZIONE, SPOPOLAMENTO E NECESSITÀ DI RILANCIO
Affrontare il tema dei centri storici del Bellunese assume
una particolare rilevanza al fine di comprendere
come la combinazione della specificità "montagna"
con quella "centro storico" rappresentino un momento
di particolare rilevanza nel dibattito sulle dinamiche
insediative e sulle modalità di uso del suolo. Infatti
"centro storico" e "montagna" possono ambire a diventare
laboratorio di sperimentazione di possibili
percorsi di sviluppo locale, di visioni territoriali che
vanno oltre lo sviluppo tradizionale, di modalità nuove
di governance e di costruzione delle politiche attraverso
percorsi anche legati ad attività economiche innovative,
non solo di tipo produttivo ma anche residenziale.
La giornata di studio intende approfondire proprio
questi aspetti così da proporre una riflessione
specifica sulla realtà dei centri storici in montagna e,
allo stesso tempo, cercare di contribuire al dibattito
non solo attraverso l’analisi dello specifico caso territoriale,
ma inserendolo nel più ampio dibattito su possibili
processi di ri-significazione delle terre alte e di ridefinizione
di modelli di sviluppo e di ri-costruzione.
La partecipazione al convegno è gratuita.
Il convegno costituisce un momento di aggiornamento
professionale che porterà al riconoscimento di 2
CFP per gli ingegneri che vi parteciperanno.
Locandina e programma completo qui:
https://www.archforumbelluno.it/assets/Uploads/Blog/CENTRI-STORICI-TERRITORIO-BELLUNESE-CONSERVAZIONE-SPOPOLAMENTO-RILANCIO.pdf
I documenti degli interventi nel sito di CENSU
http://www.censu.it/convegnistica/convegni-centri-storici-cersu-veneto/
2 Comments
Super Administrator 29/11/2017 11:58am (7 years ago)
Colpa mia che non dedico al blog di Archforumbelluno il tempo che invece meriterebbe.
La risposta che invia l'architetto Marino Baldin, invece è stata immediata.
A presto.
Dario.
"Provo a rispondere.
Credo che la cause siano molteplici e i problemi sollevati, purtroppo, non riguardano solo la situazione alpina; forse non basterebbe un convegno sull'argomento per analizzarli tutti. Provo comunque ad elencarne qualcuno, tra quelli che, dal mio punto di vista, sembrano più rilevanti:
- 1 - la scarsa consapevolezza civica del bene comune (di tutti, architetti e non);
- 2 - l'insufficiente interesse collettivo per i beni culturali (intesa soprattutto in relazione alla tutela e uso dei centri storici e del paesaggio), complice anche l'inadeguatezza delle istituzioni preposte;
- 3 - l'insufficiente preparazione tecnico-scientifica degli architetti che, nella maggioranza dei casi, non dimostrano le competenze necessarie per poter aspirare ad un ruolo guida, di prestigio, e quindi di indirizzo culturale nella società. Ciò determina l'impossibilità da parte della categoria di fare "politica" ("politica" intesa con il significato più alto del termine), lasciando un vuoto rispetto agli argomenti di cui sopra, e ampi spazi sul piano pratico ad altre categorie di progettisti che, in relazione all'architettura, al paesaggio e ai beni culturali, hanno almeno sulla carta ancora più scarse competenze.Il risultato di ciò è sotto gli occhi di tutti: sono infatti i geometri, i periti edili, gli urbanisti, gli ingegneri (non necessariamente edili), gli agronomi e i forestali a progettare e ad eseguire la maggior parte degli interventi!
Scusatemi per l'amarezza di queste parole (di solito sono un ottimista), ma evidentemente dev'essere l'età!!!...
Cari saluti a tutti,
Marino"
teddy soppelsa 27/03/2017 10:07am (8 years ago)
Siamo nel 2017 e da almeno due decenni, nonostante decine e decine di convegni e progetti sull'architettura "di montagna", nonostante la massiccia presenza di architetti e urbanisti in ogni ambito della vita tecnico-amministrativa e anche politica, la qualità (anche estetica) del nuovo edificato nei centri urbani e nelle periferie è sempre scarsa, talvolta pessima. Per non parlare poi della cura del paesaggio. Perchè?