Cosa intendiamo per paesaggio?

Quello che definiscono i dizionari e che si relaziona con il nostro senso affettivo?

Cosa crediamo che sia? Cosa ci fa comodo credere che sia?

Il panorama davanti ai nostri occhi? E dietro?

Il paesaggio è semplicemente ciò che viviamo vicino a noi; sotto, sopra, davanti e di fianco; forse anche sotto di noi.

Lo facciamo, lo plasmiamo, lo troviamo, lo modifichiamo, lo roviniamo.

Lo abbiamo ereditato, lo lasceremo in eredità.

Ci appartiene solo per il breve tempo sufficiente a guastarlo.

E’, dovrebbe essere, un’entità pubblica ma è di fatto un paesaggio privato; privato come dato qualitativo, privato come pessima azione dell’uomo, poiché liberato a forza dalle sue parti migliori e ricomposto per parti sconnesse atterrate dal pianeta terra e forzatamente sovrapposte fra loro, strato su strato, casa su casa, uomo su uomo.

Quello alpino poi non è più un paesaggio per pochi, ma non è neanche un paesaggio per tutti.

Lo sguardo su questo contesto ci rivela l’intensità formidabile di pareti rocciose e apparentemente ancora intonse che si incontrano in quel catino che sono le vallate alpine, vere sedi del paesaggio delle vacanze, sconfinati parchi di divertimenti a tema dove si incontrano idee di socialità valide oramai solo nei corti weekend.

E sono stati gli abitanti alpini e non a disegnare questo inedito paesaggio, non i progettisti che sono stati lo scalpello e non le mani dello scultore paesaggista.

Il paesaggio alpino ma non solo è un insieme di realtà artificiali e naturali, accezioni che coincidono o dovrebbero coincidere con costruito e non costruito, il tutto contenuto entro gli oramai labili confini delle montagne, pallidi fondali cinematografici di cartapesta (molto pesta), quasi delle cupole sotto le quali si anima la vita quotidiana e difficile degli abitanti delle città alpine.

D'altronde il paesaggio non è più deserto ma quasi interamente abitato quindi popolato; dove fa troppo freddo o è difficile vivere, ad oggi almeno, troviamo ancora solo rifugi, bivacchi, stazioni di funivie, antenne e parecchie croci a testimoniare che, comunque, anche lì dove facciamo fatica a respirare, ci siamo stati e ci torneremo.

 

Luciano Bolzoni

 

Pubblicato sul numero 3 di A, bimestrale di informazione degli Architetti PPC della Provincia di Trento, maggio/giugno 2010, numero monografico sul Paesaggio

Luciano Bolzoni su Amazon