Breve nota al libro di John Pante “Tre architetti e un rustico montano”
In merito alle vicende dei tre architetti in balia della natura nel rustico montano rimango dell'opinione che la scelta di fare la breve esperienza descritta nel libro ed in generale la scelta di vivere senza certe comodità ed in condizioni abbastanza primitive, che spesso alimenta le fantasie romantiche di alcuni di noi, nasca da una visione del mondo non priva di grandi equivoci. Sono infatti convinto che chi vive, molto spesso solo nel suo immaginario, certe condizioni primitive spesso confonda per libertà una serie di azioni e gesti che invece sono necessari per poter sopravvivere. L'esperienza diretta dei tre che ritornano a casa infreddoliti e sconfitti sembra darmi ragione.
Piergianni Da Rold
Commento da Dario Ganz su 14 Gennaio 2010 a 9:01
Marmista = lavoratore del marmo, Blog-ista = lavoratore del blog.
Ma mi fa venire un poco la pelle d'oca, come quando sento un francese definire l'hard-disk, disc-dur o il computer l' ordinateur.
Credo sia più adeguato l'inglese blogger, ed io, te, Giovanni, Gianni e gli altri che scrivono siamo i bloggers.
Di piu' nell'enciclopedia libera Wikipedia, alla quale tutti noi possiamo contribuire.
Commento da Dario Ganz su 14 Gennaio 2010 a 8:53
grazie per la soddisfazione che mi regali e che rende merito alla giornata dell'epifania trascorsa a tagliar e incollar video nel nostro Canale YouTube per renderlo sempre più adeguato al grande lavoro di gruppo svolto in questi anni da Forum.
Interessante il titolo "macchina da guerra..." che mi dai, ti rispondo semplicemente che: è passione pura.
La stessa con la quale mi son perso a costruire un "lobot" con mio nipote nella nuova versione del Meccano ( consiglio a tutti di regalare/si un Meccano moderno ) che, con l'avvento della plastica nei pezzi, consente di muoversi e creare su assi differenti dal semplice x e y di quello che gelosamente conservo dalla mia infanzia.
Il mio Meccano era d'acciaio e se proprio dovevo piegare un pezzo era perso, era piegato per sempre.
Oggi il Meccano e' di plastica, gommoso, colorato, bellissimo, pare di avere nelle mani un cartone animato o una gommosa alla frutta!!!
E' un poco come quando mi sento dire:"... no grazie, sai noi lavoriamo in 2D...".
La generazione di mio nipote, ma fortunatamente anche altre prima, accettano di buon grado le novità, e tutti i moltiplicatori che ne derivano, forme fuori asse, funzioni che tagliano i tempi di produzione, anche perchè la tecnologia lo consente loro fin dall'infanzia.
Lo dice molto meglio di me Luca Sofri qui, in pratica mi comporto come un "nativo", ma le porte sono spalancate ai "tardivi" e a te in particolare faccio un complimento sincero per il coraggio e l'entusiasmo dimostrati nell'entrare in questo "nuovo mondo". ( Per i "pigri del clic" incollo una parte interessante dal blog di Luca Sofri: "...Succede con molti fenomeni nuovi. Ci sono delle avanguardie di esploratori che raggiungono e colonizzano luoghi prima inesistenti o sconosciuti. Il west. Uomini in cerca di qualcosa e con poco da perdere si spingono in là senza sapere cosa troveranno: sparano ai bisonti, trattano con gli indiani, dormono intorno al fuoco acceso sotto le stelle e con un occhio aperto. Si adattano al nuovo mondo e ne scoprono le opportunità, a forza di tentativi e fallimenti. Colonizzano, appunto...)
Commento da Giovanni Pante su 12 Gennaio 2010 a 16:32
Commento da Dario Ganz su 30 dicembre 2009 a 19:19
Il racconto mi è piaciuto e mi ha fatto riflettere molto.
Bellissimo questo: "...la costruzione della casa - è una delle forme più originarie di quella volontà di salvezza. Si può dire che la prima Raumgestaltung sia lo spazio luminoso dischiuso e delimitato dal fuoco attorno al quale ci si stringe..."
Bella anche la storia del rustico montano, il proprietario lo riceve e cerca di farlo tenere in buono stato da un artigiano locale che ... e alla fine... ( e non vi tolgo il piacere dalla lettura ).
Fino a esaurimento scorte lo trovate alla libreria Campedèl o qui
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